In occasione delle giornate FAI di primavera 2022 l’Associazione Maria SS della Bruna ha ideato e curato un progetto che ha suscitato grande interesse: il rito della vestizione da Regina della Madonna della Bruna nella chiesa di San Giuseppe in Via Riscatto; a tal fine sono stati preparati, soprattutto spiritualmente, quindici “apprendisti ciceroni” del 3° liceo Scientifico “Dante Alighieri” di Matera. Si tratta di un rito antico che si svolge in quel luogo fin dagli inizi del Settecento, prima a cura delle monache di clausura del Conservatorio di Santa Maria della Pietà (poi di San Giuseppe), a cui la chiesa era annessa, ed ora da alcune donne. Un luogo ben noto a tutti i materani, perché è da lì che da molti anni sono partite le due immagini della Protettrice di Matera, una per essere “intronizzata” in cattedrale, l’altra per essere accompagnata alla fabbrica del carro. Non tutti però sanno che quello stesso luogo conserva importanti tele dipinte da appartenenti a famiglie di costruttori storici dei carri trionfali: Giovambattista e Vito Antonio Conversi e Nunzio Nicola Bonamassa.
L’allestimento è stato creato in modo da rappresentare un ideale scheletro massiccio del carro della Bruna (ornato, infatti, anche da alcuni angioletti prestati da Marco Rubino), la “prua” del quale mostrava le foto delle due statue sacre mentre escono dalla chiesa di San Giuseppe; le “fiancate”, invece, recavano le sequenze della vestizione della Madonna a sinistra, ed a destra quelle di Gesù Bambino. Entrambi i percorsi portavano al centro dove, in fondo, emergeva la foto del quadro dei pastori, raffigurante la Madonna della Bruna Regina con la bellissima gonna orlata in basso da rose ricamate. La “poppa” dello scheletro del carro era infine rappresentata da un tavolo su cui erano poggiati un abito ricamato in oro per un manichino da Madonna e le preziose corone che alla festa della Bruna cingono il capo della Bruna e di Gesù Bambino (oggetti concessi dal parroco della cattedrale, don Angelo Gallitelli), due abitini di Gesù Bambino, risalenti al ‘600 ed al ‘700, insieme a tre angioletti del carro del 1933 di Raffaele Pentasuglia senior (prestati da Antonella Ambrosecchia, della Fondazione Monacelle), ed infine, poggiato sulle mani di una scultura femminile del carro di Sansone del 2015, il mantello della Madonna.
Il sito FAI della chiesa di San Giuseppe ha dato la possibilità ai visitatori di “partecipare” ad un percorso emozionale che descriveva un’azione sacra riservata a poche donne “privilegiate”; cosicché, ammirando i diversi strati del complesso vestiario, intimo ed esterno, della Madre divinizzata e di Gesù Bambino, è stato possibile oltrepassare quasi il confine dell’umano per entrare in contatto con il soprannaturale attraverso le sue immagini materiali abbigliate con cura ed amore. In effetti, frammiste alle foto di natura didascalica, ve ne erano alcune, tratte da fotogrammi di un filmato del prof. Francesco Marano (Unibas), che sottolineavano quello sconfinamento, riempiendo l’anima di vive emozioni; per esempio la foto con Gesù Bambino adagiato su un banco, subito dopo la sua vestizione, colpito da un improvviso raggio di sole, che, su un sacchetto di plastica là accanto, formava per caso ombre somiglianti al profilo dei Sassi con il campanile della cattedrale. Ai visitatori, inoltre, prima di salutarli, i ragazzi del Liceo Scientifico hanno evidenziato il corto circuito che avveniva in quella chiesetta, poiché lì dove veniva preparato il trionfo della maternità sublimata nella Madonna della Bruna, è ancora presente il segno della maternità rifiutata: la ruota degli esposti su cui venivano abbandonati i bambini indesiderati.
Un elogio particolare meritano “gli apprendisti ciceroni” della 3^ classe del Liceo Scientifico, che hanno affrontato una difficoltà maggiore rispetto ai loro colleghi di altri siti Fai; mentre questi ultimi hanno semplicemente descritto i luoghi di cultura assegnati, i ragazzi del sito di “San Giuseppe” hanno dovuto compiere uno sforzo in più per parlare non soltanto di realtà fisiche, ma anche e soprattutto di realtà dell’anima. Essi, però, lo hanno fatto con passione e bravura eccezionali, perché sono stati preparati a compiere quel salto dall’inizio della formazione fino a pochi istanti prima dell’avvio delle visite, alle 9 di sabato 26, quando li ho chiamati intorno a me per l’ultima esercitazione: toccare le preziose corone della Madonna della Bruna e di Gesù Bambino che avevo nelle mie mani, affinché restasse impresso per sempre nelle loro anime l’esperienza del sacro che avevano vissuto e che dovevano trasmettere ai visitatori; un obiettivo, questo, pienamente raggiunto, a giudicare dal visibile compiacimento impresso sul volto della gente alla fine del percorso.
Sta di fatto che il sito FAI assegnato alla nostra Associazione è stato il più visitato della città.